Junk food e le conseguenze dell’indifferenza
Aprile 18, 2018
Con il termine sviluppo sostenibile ci si pone l’obiettivo di un miglioramento continuo della qualità della vita e del benessere delle generazioni presenti e future. Tutti i settori produttivi e di trasformazione possono ambire a miglioramenti da un punto di vista sostenibile, durante tutto il ciclo di vita di un prodotto. Il Life Cycle Assessment (Valutazione del Ciclo di Vita) rappresenta il principale strumento operativo del Life Cycle Thinking, un metodo oggettivo di valutazione e quantificazione dei carichi energetici ed ambientali e degli impatti associati ad un prodotto/processo/attività lungo l’intero ciclo di vita, dall’acquisizione delle materie prime al fine vita, dalla “Culla alla Tomba” appunto. Tale valutazione comprende: pre-produzione, ovvero l’acquisizione delle risorse che avviene tramite estrazione o coltivazione; produzione, che avviene tramite la trasformazione delle materie prime, l’assemblaggio e la finitura; distribuzione, quindi imballaggio, trasporto e immagazzinamento; uso o il consumo di un bene o di un servizio; dismissione, quindi il riuso, il riciclo e lo smaltimento finale (*). L’importanza di questa tecnica risiede nel suo approccio innovativo che si occupa di valutare tutte le fasi di un processo produttivo come correlate e dipendenti. Il tema della distribuzione del cibo è interessante sia per gli aspetti legati alle tradizioni locali che per quelli ambientali.
Nel caso di alimenti più complessi, come le carni o i formaggi, il carico ambientale a seguito di trasporto e distribuzione è quasi irrilevante. Nel caso del trasporto aereo la situazione cambia. Infatti, non sempre le produzioni a chilometro zero hanno un minor impatto ambientale delle produzioni a distanza, anzi può accadere il contrario se le seconde sono più efficienti nella fase di produzione delle materie prime e di processo. Un’altra fase che si inserisce nel contesto del consumo, è quella della cottura dei cibi. Questa fase è molto importante da un punto di vista ambientale, in quanto le tecniche di cottura utilizzate per la preparazione dei cibi, dipendono da stili di vita e abitudini del consumatore, quindi non è facile valutare l’impatto ambientale che ne viene prodotto. Gli impatti ambientali del fornello elettrico dipendono fortemente dalla miscela energetica che caratterizza il proprio fornitore di energia elettrica (quindi il Paese) e dalle modalità di cottura che possono influenzare in modo considerevole le emissioni di CO2. Mentre nel caso della bollitura si può ridurre l’impatto complessivo adottando alcune semplici buone pratiche, come ad esempio utilizzare il coperchio durante la fase di riscaldamento dell’acqua (*2).
Fonte: www.rit.edu
(*) - Manzini E., Vezzoli C., Design per la sostenibilità ambientale, Zanichelli (2007), Bologna, pp. 60-63
(*2) - Citta’ Di Transizione, in “Orto e mangiato”
Fonte: EATinGREEN Pistoia: Un evento per comunicare. Progetto di sensibilizzazione ad un'alimentazione sostenibile.